"Angelita che guardava il cielo"

"Il quadro storico all’origine del secondo conflitto mondiale, con l’entrata in guerra dell’Italia, 10 giugno 1940, e i fatti salienti fino all’Armistizio dell’8 settembre 1943"

Scritto da Pascal La Delfa e Giorgia Filanti

Regia: Giorgia Filanti

produzione Oltre le Parole ONLUS, finanziato da Associazione Italiana Ciechi di Guerra - 2024


Note della regista e co-autrice

Il teatro che a me piace fare, seguendo la mia personale linea registica, si basa su un lavoro per “immagini”, “quadri” dove viene utilizzato il movimento fisico degli attori: il lavoro sul corpo che si muove su musica e diventa esso stesso drammaturgia. In questo spettacolo utilizzo musiche lavorate e contaminate da atmosfere di epoche storiche differenti, che creano un leitmotiv tra passato e presente. Molte scene saranno rese attraverso un lavoro di improvvisazione con gli attori-performers. In “Angelita che guardava il cielo” abbiamo coinvolto una giovane attrice-danzatrice, che rappresenta differenti momenti della narrazione, attraverso un lavoro molto poetico e immaginifico. La chiave è usare la creatività: credo che questa sia una possibilità coinvolgente e significativa per arrivare a “toccare “un pubblico giovane. La scenografia è quasi totalmente assente e lo spazio scenico definito proprio dalle scene create attraverso le improvvisazioni. Mi piace molto l’idea di contaminare le arti e di portare a teatro strumenti e suggestioni cinematografiche e in questo caso pittoriche, come suggerisce anche la scrittura di Pascal La Delfa che cita ad esempio la Guernica di Picasso. Il mio intento per questo spettacolo è di cercare di trasmettere, super partes, l’assurdità, la distruzione e la bruttezza che ogni guerra porta con sé.

Giorgia Filanti

Note del co-autore e dir. artistico

Per il terzo anno A.I.C.G. ci dà la possibilità di portare in scena un nuovo spettacolo destinato ai ragazzi e alle ragazze di scuole medie e superiori. Negli anni precedenti abbiamo approfondito i temi della Resistenza, delle deportazioni, delle vicissitudini italiane, mettendo il focus sulla storia della nostra Patria. In questo testo che completa la trilogia, scritta a quattro mani da me e dalla regista Giorgia Filanti, abbiamo invece voluto dare uno spunto diverso al nostro lavoro, pur mantenendo l’incarico di raccontare la storia italiana: non solo virando verso suggestioni più oniriche dal punto di vista scenico e un respiro più internazionale, ma anche cercando di portare all’attenzione del pubblico l’assurdità della guerra, i drammi di migliaia di persone innocenti, la necessità di conoscere la storia per evitare il ripetersi di errori e conseguenze. Ecco che “Angelita” diventa drammaticamente attuale, paragonata a bambine e bambini che oggi continuano a morire incolpevolmente nelle guerre che vediamo tutti i giorni su media e social, senza potere fare nulla. Forse senza essere in grado di fare nulla, se non -da parte nostra- tentare di raccontare il passato per cambiare il presente. E farlo davanti a giovani generazioni, e sentire i loro commenti dopo ogni replica, dà un filo di tiepida e vitale speranza. p>

Pascal La Delfa

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